Visualizzazione post con etichetta Rocco Schiavone. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Rocco Schiavone. Mostra tutti i post

mercoledì 23 gennaio 2019

Era di Maggio di Antonio Manzini |Recensione|

Sì, oggi è mercoledì e, sì, oggi avrebbe dovuto esserci il www Wednesday, ma *udite udite* questa volta non me ne sono dimenticata solo che ho dato precedenza alle recensioni, altrimenti si accavallano è diventa un patatrac!
Dovete sapere che il blog esiste grazie a un sottile e delicato equilibrio (su quello della mia psiche non posso promettere nulla), se un solo elemento di questo equilibrio salta o si confonde con altri salta tutto per aria!
E non vogliamo mica che succeda questo, vero?
Vero??

Comunque, oggi tocca parlavi di Rocco Schiavone. Ormai sta diventato un ospite fisso del blog e giuro che non sono più sotto minaccia (forse ogni tanto, giusto un po') delle Ciambelle ossia Laura, Stefania e Laura!

Se vi siete persi le precedenti recensioni:


Era di Maggio
di Antonio Manzini
Serie: Rocco Schiavone #4
Editore: Sellerio
Pagine: 381
Prezzo: 14,00
Link d'acquisto: Amazon
"Mettilo agli atti, Italo. In una notte di maggio, alle ore una e dieci, al vicequestore Rocco Schiavone piomba addosso una rottura di decimo grado!". Gli agenti del commissariato di Aosta, che stanno imparando a convivere con la scorza spinosa che ricopre il suo cuore ferito, scherzano con la classifica delle rotture del loro capo, in cima alla quale c'è sempre il caso su cui sta indagando. Ma Rocco è prostrato per davvero. Una donna è morta al posto suo, la fidanzata di un amico di Roma, "seccata" da qualcuno che voleva colpire lui. E quando esce dalla depressione si butta sulle tracce di quell'assassino tra Roma ed Aosta, scavando dolorosamente nel proprio passato, alla ricerca del motivo della vendetta, un viaggio nel tempo che è come una ferita che si apre su una piaga che non ha ancora smesso di sanguinare. Però le rotture sono solo cominciate: un altro cadavere archiviato all'inizio come infarto. Un altro viaggio che si inoltra stavolta nel presente dorato della città degli insospettabili. In questo quarto romanzo, prosegue la serie dei polizieschi scabri, realistici e immersi nell'amara ironia di Rocco Schiavone. Ma in realtà, attraverso le diverse avventure di un poliziotto politicamente scorretto, si svolge un unico racconto. Il racconto della vita di un uomo che si scontra con la impunita e pervasiva corruzione del privilegio sociale, nel disincanto assoluto dell'Italia d'oggi.

lunedì 10 dicembre 2018

Non è stagione di Antonio Manzini |Recensione|

Sto finalmente pubblicando questa recensione, non ci credo!
Forse sto ancora dormendo?
*si da un pizzicotto*
NAH, SONO SVEGLISSIMA!


Beh sì, quasi sveglissima!
Ma comunque...
ECCO LA RECENSIONE!

Purtroppo i problemi tecnologici non mancano e così ho dovuto rimandare la sua pubblicazione e quella delle altre, questa settimana sarà abbastanza piena!
NON PERDIAMO TEMPO!

CHE MAGARI IL PC SI SPEGNE E IO UCCIDO TUTTI.




Non è stagione
di Antonio Manzini
Serie: Rocco Schiavone #3
Editore: Sellerio
Pagine: 317
Prezzo: 14,00
Link d'acquisto: Amazon
C'è un'azione parallela, in questa inchiesta del vicequestore Rocco Schiavone, che affianca la storia principale. È perché il passato dell'ispido poliziotto è segnato da una zona oscura e si ripresenta a ogni richiamo. Come un debito non riscattato. Come una ferita condannata a riaprirsi. E anche quando un'indagine che lo accora gli fa sentire il palpito di una vita salvata, da quel fondo mai scandagliato c'è uno spettro che spunta a ricordargli che a Rocco Schiavone la vita non può sorridere. I Berguet, ricca famiglia di industriali valdostani, hanno un segreto, Rocco Schiavone lo intuisce per caso. Gli sembra di avvertire nei precordi un grido disperato. È scomparsa Chiara Berguet, figlia di famiglia, studentessa molto popolare tra i coetanei. Inizia così per il vicequestore una partita giocata su più tavoli: scoprire cosa si cela dietro la facciata irreprensibile di un ambiente privilegiato, sfidare il tempo in una corsa per la vita, illuminare l'area grigia dove il racket e gli affari si incontrano. Intanto cade la neve ad Aosta, ed è maggio: un fuori stagione che nutre il malumore di Rocco. E come venuta da quell'umor nero, un'ombra lo insegue per colpirlo dove è più doloroso.

lunedì 7 maggio 2018

|Questa volta leggo...| La costola di Adamo di Antonio Manzini |Recensione|

Salve gente!
Oggi per voi un nuovo appuntamento con la rubrica Questa volta leggo...!
Contenti?
*urla di gioia*

Rubrica nata dalla Ropolo La lettrice sulle nuvole, la glitterosa Dolci Le mie ossessioni librose e la Libbri La Libridinosa!
Il tema del mese è *rullo di tamburi* un libro che faccia parte di una serie! Ecco, visto l'argomento ho avuto davvero un bel po' di libri tra i quali scegliere. Davvero tanti. Molti. Avete presente l'infinito?
Molto di più.
Ma alla fine la mia scelta è caduta su Rocco Schiavone e il secondo libro della serie che lo vede protagonista!

La costola di Adamo
di Antonio Manzini
Serie: Rocco Schiavone #2
Editore: Sellerio 
Pagine: 284
Prezzo: 14,00
Link d'acquisto: Amazon
Aosta, via Brocherel 22. Irina apre come di consueto la porta dell’interno 11 per entrare a casa Baudo dove lavora come colf. All’interno c’è qualcosa che non va, in cucina sembra sia passato un tornado, la camera da letto irriconoscibile. La donna urla al ladro e fugge in strada. Poi la macabra scoperta: in una stanza Ester Baudo è sospesa al lampadario con un filo di nylon attorno al collo. A prima vista pare trattarsi di un suicidio, poi però qualcosa non quadra; in più sono scomparsi gli ori. Una rapina finita male? Oppure? 
Secondo caso per il controverso vicequestore Rocco Schiavone nella gelida Aosta. Un personaggio fuori dagli schemi: scontroso, irritabile, trasgressivo al limite del lecito, ma con un senso della giustizia tutto suo, Schiavone ignora le procedure pur di raggiungere il suo scopo. E nell’indagine segue un suo filo logico e va controcorrente, mette il naso nella vita di Ester Baudo, le amicizie, il matrimonio monotono con Patrizio, rappresentante di articoli sportivi, e arrivato a un passo dalla verità ne rimane lui stesso spiazzato.

venerdì 6 ottobre 2017

Pista nera di Antonio Manzini |Recensione|

Oggi vi parlo di un libro che molto probabilmente non avrei mai letto, se fosse stato per me non l'avrei mai preso in considerazione, poi un giorno sono arrivate loro: le #bacarellablogger.
A dire la verità non tutte solo in tre (la Libbri, la Bacci e la Lea) (La Libridinosa e Due Lettrici quasi perfette) molte volte, davvero tante volte, parlavano di Manzini, di Schiavone..Rocco di là, Manzini di lì, Manzo (sì, lo chiamano così!) di giù  e altri deliri che non vi dirò altro...
...tralascerò di dirvi la parte in cui sbavano...


Emh, emh...

Passiamo alla recensione.


Pista nera 
di Antonio Manzini
Serie: Rocco Schiavone #1
Editore: Sellerio
Pagine: 278
Prezzo:13,00 euro
Link d'acquisto: Amazon
Semisepolto in mezzo a una pista sciistica sopra Champoluc, in Val d'Aosta, viene rinvenuto un cadavere. Sul corpo è passato un cingolato in uso per spianare la neve, smembrandolo e rendendolo irriconoscibile. Poche tracce lì intorno per il vicequestore Rocco Schiavone da poco trasferito ad Aosta: briciole di tabacco, lembi di indumenti, resti organici di varia pezzatura e un macabro segno che non si è trattato di un incidente ma di un delitto. La vittima si chiama Leone Miccichè. È un catanese, di famiglia di imprenditori vinicoli, venuto tra le cime e i ghiacciai ad aprire una lussuosa attività turistica, insieme alla moglie Luisa Pec, un'intelligente bellezza del luogo che spicca tra le tante che stuzzicano i facili appetiti del vicequestore. Davanti al quale si aprono tre piste: la vendetta di mafia, i debiti, il delitto passionale. Quello di Schiavone è stato un trasferimento punitivo. È un poliziotto corrotto, ama la bella vita. Però ha talento. Mette un tassello dietro l'altro nell'enigma dell'inchiesta, collocandovi vite e caratteri delle persone come fossero frammenti di un puzzle. Non è un brav'uomo ma non si può non parteggiare per lui, forse per la sua vigorosa antipatia verso i luoghi comuni che ci circondano, forse perché è l'unico baluardo contro il male peggiore, la morte per mano omicida ("in natura la morte non ha colpe"), o forse per qualche altro motivo che chiude in fondo al cuore.