Eccoci qui con una nuova recensione!
Questa volta vi parlo di un libro che sembra essere un'opera d'arte e io mi sono completamente innamorata dei disegni, ecco.
Un grazie alla casa editrice per la copia.
Galatea
di Madeline MillerEditore: Sonzogno
Pagine: 72
Prezzo: 14,90
Galatea, la statua che la dea Afrodite ha reso viva in uno slancio di benevolenza verso Pigmalione, il grande scultore greco, è ora una donna a tutti gli effetti: la sua bellezza uguaglia, o probabilmente supera, quella della marmorea opera d’arte del suo creatore. Dopo averla presa in moglie, l’uomo pretende che lei lo ripaghi incarnando altissime virtù di obbedienza e umiltà, assoggettandosi al suo desiderio. Così, per quanto Galatea provi un sottile piacere nell’usare la propria avvenenza per manipolare lo sposo, in lei comincia a farsi strada un sentimento di ribellione. Nell’ossessiva speranza di fermarla, il marito la tiene sotto stretta sorveglianza in una clinica, controllata da dottori e infermiere. Ma quando le nasce la figlia Pafo, in Galatea si desta un vigile istinto materno, pronto a esplodere al primo segno di pericolo. Ormai è troppo tardi per ostacolare la decisione di spezzare le catene della sua prigionia, costi quel che costi.
Breve, ma intenso.
Potrei definire così questo racconto di Madeline Miller.
Un racconto, ecco. Come tale credo non riesca a esprimere in pieno quello che è il talento immenso dell'autrice di creare emozioni (forti emozioni) attraverso le parole scritte.
La sua è una prosa che ho apprezzato tanto, tantissimo in Circe così da renderlo uno dei miei libri preferiti di sempre, è riuscita a dare una nuova voce alla ninfa rendendola forte, spietata, ma con un profondo lato umano e, ammetto ci sia riuscita anche con Galatea...non come vorrei, però.
Sapete che nella mitologia greca esistono due Galatea? Ve ne parlo dopo.
Per adesso mi concentro sulla protagonista a cui è stata data voce e che mai nel mito si è udita, mai. La sua figura è di eterea ed eterna bellezza, una statua amata profondamente dal suo creatore Pigmalione così tanto che Afrodite la rese viva, umana.
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Galatea.
La perfezione femminile secondo l'ideale greco, bella, bellissima e muta. Nel mito non ha altro scopo se non compiacere Pigmalione, uomo che riesce a trovare in nessun'altra donna ciò che è la statua per lui.
Nel racconto di Miller invece è diverso.
La statua fattasi donna, ha voce, ha sentimenti e sono forti e intensi. Quel che arriva fa male, è ribellione silente e taciuta, ma esiste.
Galatea ama suo marito, il suo creatore che l'ha rinchiusa circondata da infermiere e medici, ma sente di dover fuggire, scappare per tornare da sua figlia Pafo. Sa di essere un oggetto per il marito che in lei vede la sua bravura e tutto ciò che una donna che dovrebbe avere: bellezza e accondiscendenza.
Le altre donne?
Non sono degne. Sono libere, sono svergognate, hanno forza e sentimenti che lui da uomo non riesce a concepire nell'animo femminile...
...
non potete capire la rabbia che ho avuto nei confronti di questo Pigmalione, i suoi amati pezzi di marmo gli avrei voluti lanciare in testa.
Comunque.
Questo racconto di Madeline Miller può essere una metafora di quello che si intende per marito/padre padrone, un concetto che potrebbe sembrare antico, ma che purtroppo ancora in alcuni contesti è parecchio presente.
Galatea è la donna oggetto per antonomasia, è bella e tale deve restare, nessuna imperfezione può intaccare il suo aspetto o il suo animo, ma cosa succede se questa si ribella al suo padrone?
La sua voce assume un tono rabbioso e il suo animo diventa sovversivo e capace di distruggere.
Poche pagine che hanno il sapore di libertà, ma che lasciano un retrogusto di tristezza.
E in me un certo senso di insoddisfazione. Avrebbe potuto dare molto più di quel che ha dato, creare una storia capace di smuovere ancora di più le coscienze e i sentimenti.
MADELINE, CARA. SAI SCRIVERE DIVINAMENTE, NON LIMITARTI AI RACCONTI. PER L'AMOR DI ZEUS.
VOTO FINALE
★★★ e mezzo su cinque
Dovessi dare un voto all'edizione sarebbe un 5. L'illustratrice, Ambra Garlaschelli ha creato opere d'arte.
APPRONFONDIMENTO SPICCIO.
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Trionfo di Galatea, Raffaello Sanzio |
Dovete sapere che prima di leggere la trama, ma solo dal titolo, pensavo che la storia si basasse sul mito di
Gatalea e
Polifemo e non su quello di
Pigmalione.
Ben prima della statua, nella mitologia greca esiste Galate una Nereide aka ninfa marina innamorata (e corrisposta) di Aci, ma visto che nella mitologia greca non si sta mai sereni arriva il bullo di Polifemo a rovinare il tutto: infatuato dalla ninfa uccide Aci con un blocco di lava.
Così Galatea presa dalla tristezza inizia a piangere così da creare con il sangue dell'innamorato un piccolo fiume e vivere per sempre insieme.
Poi si ha la Galatea di Pigmalione, ma nel mito originale la statua è senza nome (la poveraccia non aveva molta importanza in tutti i sensi) e solo "recentemente" nel XVIII secolo circa le è stato dato il nome.
Che ne pensate?
Alla prossima,
Se volete acquistare il libro:
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