Mie care stelle del cielo, spero che questo sia un buon giorno!
Io ho un lieve dolore al collo che spero resti lieve, altrimenti potrei iniziare a muovermi stile zombie e non è bello.
Oh no!
Comunque, hanno finalmente attivato la nuova linea internet e sono una bimba felice e non dovrò più pregare Odino affinchè possa pubblicare in santa pace un post o fare qualsiasi altra cosa!
Sarà molto più piacevole scrivere i post visto che non dovrò imprecare ogni due per tre, perciò aspettatevi tanti bei post! YUPPI!
Ma adesso passiamo alla recensione di oggi, un libro molto particolare...
Dai tuoi occhi solamente
di Francesca Diotallevi
Editore: Neri Pozza
Pagine: 207
Prezzo: 16,50 euro
Link d'acquisto: Amazon
New York, 1954. Capelli corti, abito dal colletto tondo, prime rughe attorno agli occhi, ventotto anni, Vivian ha risposto a un'inserzione sul New York Herald Tribune. Cercavano una tata. Un lavoro giusto per lei. Le famiglie l'hanno sempre incuriosita. La affascina entrare nel loro mondo, diventare spettatrice dei loro piccoli drammi senza esserne partecipe, e osservare la recita, la pantomima della vita da cui soltanto i bambini le sembrano immuni. La giovane madre che l'accoglie ha labbra perfettamente disegnate con il rossetto, capelli acconciati in onde rigide, golfini impeccabili. Dietro il suo perfetto abbigliamento, però, Vivian sa scorgere la crepa, il muto appello di una donna che sembra chiedere aiuto in silenzio. Del resto, questo è il suo lavoro: prendersi cura della vita degli altri. L'accordo arriva in fretta. A lei basta poco: una stanza dove raccogliere le sue cose; una città, come New York, dove potere osservare le vite incrociarsi sulle strade, scrutare mani che si stringono, la rabbia di un gesto, la tenerezza in uno sguardo, l'insopportabile caducità di ogni istante. Ed essere, nello stesso tempo, invisibile, sola nel mare aperto della grande città, a spingere una carrozzina o a chinarsi per raddrizzare l'orlo della calza di un bambino. Scrutare i gesti altrui e guardarsi bene dall'esserne toccata: questa è, d'altronde, la sua esistenza da tempo. Troppe, infatti, sono le ferite che le sono state inferte nell'infanzia, quando la rabbia di un gesto - di sua madre, Marie, o di suo fratello Karl, animati dalla medesima ira nei confronti del mondo - si è rivolta contro di lei. Sola nella camera che le è stata assegnata, Vivian scosta le tende dalla finestra, lancia un'occhiata al cortiletto ombroso e spoglio nel sole morente di fine giornata, estrae dalla borsa la sua Rolleiflex e cerca la giusta inquadratura per catturare il proprio riflesso che appare contro l'oscurità del vetro. È il solo gesto con cui Vivian Maier trova il suo vero posto nel mondo: stringere al ventre la sua macchina fotografica e rubare gli istanti, i luoghi e le storie che le persone non sanno di vivere.
Ormai siamo continuamente bombardati di foto e ogni motivo è buono per scattarne una. Ci eleviamo a fotografi, tanto basta una macchina fotografica o addirittura un semplice cellulare, pronti a scattare una foto meravigliosa e pubblicarla subito sui social per raccattare like e cuoricini vari.
A volte penso che siamo un bel branco di cretini, ma di una cosa sono ben certa: la vera fotografia è altro e la Diotallevi nel tratteggiare il ritratto di Vivian Maier lo fa capire per bene.
Il confine tra Artista e fotografo è molto labile, ma l'occhio del primo riesce sicuramente ad entrare nel profondo delle cose, riuscendo a vedere anche oltre.
"Guarda quello che guardano tutti, ma guardalo in modo diverso."
Da sempre gli occhi i Vivian hanno guardato in modo diverso, più attendo, uno sguardo più intenso rispetto agli altri. Dietro ad una macchina fotografica ha trovato un rifugio e un modo per sfuggire alle bugie del mondo. Una salvezza che ha anche il sapore di condanna.
La vita di Vivian non è stata sicuramente facile, anzi tutto è stato fuorché facile: mai avuto una casa, una madre orribile e un senso di solitudine che niente e nessuno riesce a sradicare.
Ecco, definirei la sua vita una storia di solitudine.
Un dolore così forte e immenso attanaglia l'anima di Vivian e l'unico momento in cui riesce a trovare un attimo di tregua corrisponde al click della macchina fotografica, è in quel preciso istante che il suo animo riesce a sentirsi parte di qualcosa, nei volti di chi fotografa riesce sempre a scorgere un pizzico delle sua stessa solitudine e del suo tormento.
"Lo fotografo perchè mi assomiglia, avrebbe voluto rispondere. Perchè questo uomo è un derelitto. Perchè la sua solitudine è anche la mia solitudine, la sua miseria è la mia miseria. Perchè la fotografia è l'unica medicina che conosco, al male di vivere."
Un male di vivere che le ha sempre stretto il cuore, quasi fosse la sua unica costante in un mondo, il suo mondo, destinato a cambiare sempre e per sempre.
Una figura emblematica quella di Vivian Maier, un talento enorme che per anni non ha mai trovato luce, se non dopo la sua morte. Un talento quasi messo da parte perchè la donna ha scelto di dedicarsi ad altro e infatti in queste pagine la troveremo nei panni di tata. Nei bambini vede quell'assoluta verità che negli adulti manca, un'innocenza che cercherà di difendere.
"Il suo dovere era difenderli nell'età più fragile, perchè nessuno aveva difeso lei"
Dai tuoi occhi solamente è un ritratto di una donna in lotta costantemente con i propri demoni, demoni da cui è difficile scappare e che logorano senza sosta e nel dare questo ritratto Francesca Diotallevi ci è riuscita egregiamente. Una prosa elegante che però si perde spesso nei dettagli, ammetto di aver un po' faticato in alcuni punti.
Mi è piaciuto molto addentrarmi in questa storia, tra le sue luci e le sue ombre risalta forte il tormento di questa donna e ancora una volta è chiaro che chi si nasconde nel silenzio ha le anime più rumorose.
Come l'autrice stessa afferma questa è una storia inventata, purtroppo quello che ci resta della Maier sono solo le sue splendide foto e qualche appunto ritrovati nel 2007, quella di Vivian è stata una vita che si è tenuta all'ombra e mi chiedo cosa ne penserebbe della fotografia oggi, ma credo che resterebbe fedele alle proprie idee.
VOTO FINALE
★★★★ su cinque
Se amate la fotografia leggere questo libro è quasi un obbligo!
Adesso io e il mio collo irrigidito vi salutiamo, come al solito vi aspetto con i commenti che mi rendono molto felice!
Ottima recensione; libro interessante
RispondiEliminaGrazie ^^
EliminaMi piace molto il lavoro della Diotallevi, sceglie sempre dei soggetti interessanti per le sue storie. Mi piacerebbe leggerlo.
RispondiEliminaPer me è la prima esperienza con questa autrice, ma devo dire che ho una certa curiosità di leggere qualcos'altro di suo!
Eliminavoglio leggerlo, spero di riuscire presto a farlo
RispondiEliminaAppena puoi fallo!
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