Recensione Un litro di lacrime di Aya Kitō

Una nuova recensione è qui!
Devo dire che mi aspettavo delle emozioni, ci saranno state?

Lo scoprirete leggendo!

Un litro di lacrime
di Aya Kitō
Editore: Rizzoli
Pagine: 192
Prezzo: 16,00

Nel vasto mondo asiatico, il diario di Kito Aya ha conosciuto un successo inarrestabile: pubblicato sul finire degli anni Ottanta in Giappone, ha venduto oltre un milione di copie. Una platea affollata per il racconto in prima persona di una ragazzina quindicenne che ha ispirato e incantato un intero continente. Aya racconta dieci anni della propria vita, racconta l'adolescenza e l'inizio dell'età adulta, una vita come tante, ma senza prospettiva, un'esistenza minata dalla malattia, ecco la differenza. Ed è racchiusa qui la potenza di queste pagine: nella ribellione, nell'ironia, nella fragilità che si trasforma in forza, che fanno di Aya un simbolo, una figura di culto. Perché, al di là della sua particolare condizione, è riuscita a gridare con voce limpida cosa vuol dire diventare grandi, e a contare quante lacrime servono per affrontare le sconfitte.

Quella di Aya è una storia forte e vera.
Già, perché in queste pagine vi è il suo diario, come una qualunque ragazzina di quattordici anni ha deciso di trascrivere le sue giornate, le sue emozioni su delle pagine bianche.

Solo che la sua non è una vita qualunque: il suo percorso ha dei grossi scossoni, dei terremoti che la rendono instabile. Perde l'equilibrio in senso letterale e non.

Fin dalle primissime pagine Aya si rende conto che il suo corpo ha qualcosa che non va, non reagisce come dovrebbe, non le permette di camminare come prima e in breve tempo insieme a lei entriamo nel tunnel oscuro della sua malattia.

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Atassia spinocerebellare, un nome complicato e che mette un po' paura solo a leggerlo, per Aya significa perdere il suo corpo, non potere più camminare o fare facilmente quella che era la sua vita di prima. Nel suo diario butta dentro tutto il suo dolore, ma anche la forza che ha nel non arrendersi anche se spesso si definisce una piagnona.

È solo una ragazzina quando il suo mondo si infrange completamente, in fondo riesco a capire i suoi momenti di scoraggiamento, le sue piccole lamentele, quello che non ho capito e che mi ha reso terribilmente arrabbiata è invece la reazione delle persone che le stanno accanto: cercano di spronarla, sì, ma in un modo tale da essere quasi antipatici. La definiscono "lenta", rimproverano i suoi sbagli, le sue cadute, ma per la ragazzina, che spesse volte si ritrova a fare molte cose da sola, tutto questo è una novità.

Una novità terribile e dolorosa.

"La vita è stata terribilmente crudele con me, e l’ho attraversata a fatica.

Non mi ha offerto nemmeno un sogno.

Quando immagino il futuro, altre lacrime cominciano a cadere."

Pagina dopo pagina si va incontro agli anni più difficili della malattia fatti di cure, ricoveri e diagnosi, però...
...
...ecco, mi rendo conto di non aver provato nulla. Ho sentito tutto molto distante, ho provato poca empatia ed è stato molto strano perché di solito con storie così le mie emozioni entrano in subbuglio e finisco sempre per commuovermi e con delle pagine di un diario tutto dovrebbe essere stato ancora più amplificato.
Non è stato così.
Forse questo è stato dato da uno stile molto semplice, in fondo si tratta di un diario scritto da una ragazzina, che non è riuscito a farmi entrare in profondità nella storia, non è riuscito a toccare i punti giusti e poi già conoscevo come sarebbe andata questo mi ha reso ancora più lontana.
Vi dirò, mi hanno commossa un po' solo le ultime due pagine, per il resto...be', niente.
Mi sembra difficile anche dover dare un voto a questo libro: è un diario, un insieme di emozioni e parole scritte da una ragazza che ha visto la sua vita cambiare profondamente.
Una storia vera ed emozioni autentiche, ma se dovessi dare un voto sarebbe:

VOTO FINALE

★★★ su cinque

Lo conoscete?
Fatemi sapere,

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