BENTORNATI A UNA NUOVA RECENSIONE!
Un libro che volevo leggere da parecchio e che grazie a una Challenge di lettura (ciao Ciambelle) è finito finalmente sul mio comodino.
Dello stesso autore avevo apprezzato tanto tanto Carlo è uscito da solo, come sarà andata con questo??
Lo scoprirete leggendo!
Le tartarughe tornano sempre
di Enzo Gianmaria NapolilloEditore: Feltrinelli
Pagine: 222
Prezzo: 9,50
Salvatore è nato quando in pochi conoscevano il nome della sua isola: un luogo di frontiera posto alla fine del mondo, con il mare blu e la terra arsa dal sole. È cresciuto sulle barche, vicino alle cassette di alici, con lo sguardo nell'azzurro, sopra e intorno a lui. Forse è lì che tutto è cominciato, tra ghirigori nell'acqua e soffi nel vento. Di sicuro è lì che ha conosciuto Giulia, anche se lei vive a Milano con i genitori emigrati per inseguire lavoro e successo. Da sempre Giulia e Salvatore aspettano l'estate per rivedersi: mani che si intrecciano e non vogliono lasciarsi, sussurri e promesse. Poi, d'inverno, tante lettere in una busta rosa per non sentirsi soli. Finché, una mattina, nell'estate in cui tutto cambierà, Giulia e Salvatore scoprono il corpo di un ragazzino che rotola sul bagnasciuga come una marionetta e tanti altri cadaveri nell'acqua, affogati per scappare dalla fame, dalla violenza, dalla guerra. Gli sbarchi dei migranti cominciano e non smettono più. L'isola muta volto, i turisti se ne vanno, gli abitanti aiutano come possono. Quando Giulia torna a Milano, il filo che la lega a Salvatore si allenta. La vita non è più solo attesa dell'estate e amore sincero, corse in spiaggia e lanterne di carta lanciate nel vento. La vita è anche uno schiaffo, un risveglio, la presa di coscienza che al mondo esistono dolore e differenze. Una scoperta che travolge i due ragazzi e che darà valore a tutte le loro scelte, alla loro distanza e alla loro vicinanza.
Cosa potrei dire de Le tartarughe tornano sempre?
È una storia che parla di radici e di come queste ci tengano ancorate al posto a cui apparteniamo per quanto si possa andare lontano.
Radici e terra.
Tutto nasce da lì e da queste si espande fino a diventare vita.
Lo sa bene Salvatore cresciuto nella sua piccola isola in mezzo al mare che gli ha donato il piacere dei raggi del sole sulla pelle e della sabbia sotto ai piedi. Libero come qualsiasi ragazzino, ebbro di una felicità che gli illumina il viso e dal cuore gonfio di un amore ancora acerbo per la giovane Giulia.
L'isola li ha fatti incontrare, ma li ha anche separati. Una piccola terra in mezzo al mare non è per tutti quello di cui si ha bisogno ed è così che i due ragazzini diventati adulti si separano, ma il loro sarà un legame fatto di lettere dalle busta rosa e di una lontananza che il mare può anche rendere immensa, ma ai cuori non importa.
I sentimenti non conoscono distanza.
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Quella di Salvatore è una storia che colpisce: un ragazzo che sente così tanto di appartenere alla propria terra che non importa quanto cerchi di andare lontano e non importano neanche i motivi: il suo cuore torna lì. Alla sua Lampedusa che lo ha visto crescere, piangere, innamorarsi e diventare uomo.
Torna perché quella è casa, l'isola è sua e lui è suo.
E non solo.
Se da una parte abbiamo Salvatore che torna alle sue radici, dall'altra vi sono uomini, donne e bambini che abbandonano la loro terra per arrivare tra le spiagge di quel punto in mezzo al mare, lì dove credono di trovare una nuova vita.
L'isola accoglie e non conosce le distinzioni che l'uomo cerca e pretende.
Salvatore lo sa e come la terra che lo ha cresciuto non vuole lasciare sole quelle vite in cerca di pace.
Il libro di Napolillo è delicato e poetico. Contrappone la storia di Salvatore con quella di tante altre anime parlando di immigrazione, un tema attuale che trova posto sulla bocca di tutti in toni spesso spregevoli e commenti ignoranti dimenticando che spesso noi italiani cerchiamo "altro" in paesi diversi.
L'autore in modo semplice, vuole rendere partecipe il lettore della storia delle millemila anime che cercano rifugio nelle nostre coste, però...
Non ho ben apprezzato la storia creatasi tra Salvatore e Giulia che sembra togliere spazio al tema dell'immigrazione rendendolo quasi di contorno e che a dirla tutta a me non ha fatto impazzire così come non ho sopportato Giulia, il suo essere scostante nei confronti del ragazzo mi ha fatto innervosire e ammetto che ho faticato durante la prima parte della lettura proprio a causa sua (e anche ogni qualvolta viene nominata).
Mi sarebbe piaciuto più se questa storia d'amore non ci fosse. L'ho trovata superflua e mi ha tolto un po' del piacere della lettura che questo libro offre e che ha saputo darmi, nonostante la sua brevità grazie a Salvatore e al suo essere semplicemente se stesso, un ragazzo che sa offrire tanto anche se non se ne rende sempre conto e anche grazie allo stile lieve dell'autore.
Perché di un buon libro si tratta: è bellezza, crescita e anche dolore. È fatto di viaggi che sono partenze e ritorni e in fondo tutti, chi più chi meno, nel corso della vita lascia la propria casa per far sì che la propria vita sbocci.
VOTO FINALE
★★★★ su cinque
Conoscevate questo libro?
Alla prossima,
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