martedì 15 febbraio 2022

Recensione La dea in fiamme di R.F. Kuang

Rullo di tamburi!
Una nuova recensione è qui!

L'avventura iniziata con una piccola Rin si conclude con una dea capace di dar fuoco a tutto, ma...
...dovete leggere per scoprirlo!

Ah. Il libro, come i suoi predecessori presenta un linguaggio scurrile e scene di estrema violenza. Lo dico.

Iniziamo!



La dea in fiamme
di R.F. Kuang

Serie: The poppy war #3
Editore: Mondadori
Pagine: 624
Prezzo: 24,00
Dopo aver salvato il Nikan dagli invasori stranieri e aver combattuto l'infernale imperatrice Su Daji, Fang Runin è stata tradita dai suoi alleati e abbandonata in fin di vita. Nonostante tutto ciò che ha perso, Rin non ha rinunciato a lottare per il popolo delle province meridionali, a cui ha sacrificato così tanto, e soprattutto per il suo villaggio natale, Tikany. Nel tornare alle sue radici, Rin dovrà fronteggiare ardue sfide, ma anche inaspettate opportunità. I suoi nuovi alleati alla guida della Coalizione del sud sono astuti e infidi, ma Rin si accorge presto che a detenere il vero potere nel Nikan sono i milioni di cittadini comuni assetati di vendetta che la venerano come una dea salvatrice. Appoggiata dal massiccio esercito del sud, Rin userà ogni arma per sconfiggere la Repubblica del Drago, i colonizzatori esperiani e tutti coloro che minacciano le arti sciamaniche e coloro che le praticano. Acquisterà maggiore forza o influenza, ma sarà anche in grado di resistere al richiamo della Fenice, che la spinge a dare alle fiamme il mondo intero?

Eccoci giunti alla fine di una trilogia e fa sempre male al cuore. Ogni volta, specialmente nei viaggi così intensi, è come lasciare un pezzo di sè.
Cosa potrei dire di questa conclusione?
Me l'aspettavo, la sospettavo, ma non mi è molto piaciuto come ci si è arrivati, l'ho trovata troppo repentina e ho sentito come snaturato il personaggio di Rin.
Non posso neanche spiegarvi di più perché sarebbe uno spoiler grande quanto me, però vi basti sapere che mi ha lasciato quel senso di amaro in bocca e in un certo senso un pizzico di delusione.

Parliamo di Rin, invece, la sola e unica protagonista. Pure troppo.
Okay che si tratti di un personaggio complesso, dalle mille sfaccettature (non tutte piacevoli), ma sembra quasi che non ci siano personaggi all'infuori di lei  o meglio, non vengono per niente approfonditi. Di questo mi ero "lamentata" anche nella recensione del secondo libro, La Repubblica del drago, speravo che in questo volume finale l'autrice decidesse di dare un po' di spazio anche agli altri, così non è stato.
Un peccato.

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Anche perché non so se Rin mi piaccia. Ho un rapporto molto complicato con questa ragazzina diventata donna e dea che ha dentro di sè così tanta rabbia, voglia di vendetta e anche tanto dolore. Non è semplice averci a che fare, per niente, a volte è egoista, profondamente legata alle sue idee da non vedere nient'altro e poi in tre libri continua a cadere sempre negli stessi errori dovuti a una certa ingenuità: cerca sempre di aggrapparsi a chi è più potente di lei, come se in un certo senso avesse bisogno di sicurezza anche se cerca di mostrarsi forte, indomita, una guerriera.
Ecco. Rin è l'essenza stessa della guerra, in lei vivono tutte le emozioni, sensazioni che scaturiscono durante un conflitto devastante.
In La Dea in fiamme Kuang segue la stessa narrazione iniziata con La guerra dei papaveri: la guerra è il perno attorno il quale ruota tutto. Nel primo volume inizia, nel secondo si hanno delle svolte, mentre nel terzo si arriva alla conclusione (o qualcosa di simile) ed è qui che l'autrice prende in considerazione altri aspetti e cioè gli strascichi che questo si porta dietro ai danni della popolazione. Carestie, morti e dolore ai danni di chi, in fin dei conti, non ha colpe per quello che sta vivendo se non abitare in un luogo culla di profonde lotte di potere.
Guerre su guerre. Sangue. Battaglie e piani che non sempre vanno come si vorrebbe.
Quello che succede in queste pagine non è semplice da digerire, ogni parola sembra intrisa di sangue e violenza. Non ci sono tregue nè per Rin nè per i suoi compagni di avventura, la loro è un lotta per portare il Nikan a essere indipendente e libero da chi ha solo sete di potere e sangue.

Una trilogia forte e intensa, capace di suscitare forti emozioni, ma non perfetta. Ci sono dei buchi nella trama che pensavo trovassero completezza in questo ultimo libro. La storia della Triade non viene narrata nella sua interezza e altre cose vengono lasciate in sospeso e trattate in maniera un po' frettolosa cosa che contrasta con la minuziosa descrizione delle battaglie e delle strategie usate in guerra (che lo rendono terribilmente interessante).
Ecco, se in questo terzo e ultimo libro ci fosse stata maggiore completezza e maggior spazio rivolto ai protagonisti secondari sarebbe stato PERFETTO.
Così, invece, non mi sento di dare un voto pieno anche se devo dire che l'autrice ha fatto un lavoro pazzesco per quella che è la narrazione e lo studio che sta dietro la creazione della storia, non è cosa da poco pensando che si tratta di una donna che ha iniziato a scrivere tutto a 19 anni.
R.F. Kuang narra la vera potenza della guerra, i suoi drammi e i suoi orrori. Ci ricorda che non è qualcosa che colpisce solo i grandi, i potenti, ma anche gli innocenti. Soprattutto loro.

VOTO FINALE
★★★ e mezzo su cinque
Pensavo avrei dato un 4 non è stato così, il finale è stato troppo frettoloso.

Una serie finita! Cosa mi aspetta ora?
Alla prossima,




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