Alzi la mano chi ha visto il film Rebecca di Hitchcock?
Io no, ecco.
Prima ho deciso di leggere il libro e...
di Daphne du Maurier
Editore: Il saggiatore
Pagine: 432
Prezzo: 15,00
Durante un soggiorno a Monte Carlo insieme alla signora cui fa da dama di compagnia, una giovane donna, appena ventenne, conosce il ricco e affascinante vedovo Maxim de Winter. L’uomo inizia a corteggiarla e, dopo due sole settimane, le chiede di sposarlo; lei, innamoratissima, accetta con entusiasmo e lo segue nella sua grande tenuta di famiglia a Manderlay. Sembra l’inizio di una storia da favola, ma i sogni e le aspettative della giovane si scontrano subito con la fredda accoglienza della servitù, in particolare della sinistra governante. Eppure non si tratta solo di questo: c’è qualcosa, in quel luogo, che giorno dopo giorno rende l’ambiente sempre più opprimente; c’è una presenza che pervade ogni stanza della magione e che si stringe attorno ai passi dell’attuale inquilina come una morsa silenziosa. È Rebecca, la defunta signora de Winter, più viva che mai nella memoria di tutti quelli che l’hanno conosciuta e modello inarrivabile per la giovane, che invece si muove impacciata e confusa nella sua nuova esistenza altolocata e mondana. Un fantasma ingombrante che si trasformerà in una vera e propria ossessione per la protagonista, costretta a immergersi nelle ombre del proprio matrimonio e spinta sempre più ai con¬fini della follia, ¬fino a dubitare della propria stessa identità. Fonte di ispirazione dell’omonimo film di Alfred Hitchcock con Laurence Olivier e Joan Fontaine, Rebecca la prima moglie è l’opera più famosa e amata di Daphne du Maurier: un thriller psicologico ricco di suspense e mistero, colpi di scena e ribaltamenti inaspettati, passioni e segreti. Un grandioso romanzo sulla gelosia e sulla memoria, che conduce il lettore tra le pieghe dell’animo umano, là dove si nascondono gli spettri nati dal dolore più atroce e dalle paure più inconfessabili.
Che libro! Anzi, che storia!
E dire che, per me, non era iniziato benissimo. Purtroppo le prime pagine risultano parecchie descrittive per quanto riguarda l'ambientazione e in particolare di Manderley, ma poi vi è un crescendo di avvenimenti che rendono la narrazione ricca di suspense e di voglia di leggere.
In breve, non riuscivo a smettere.
Andiamo con ordine.
L'inizio, come vi ho detto è parecchio descrittivo, ma ha un non so che di evocativo e anche affascinante. La voce narrante, quella della nostra protagonista, volge gli occhi a un luogo che ha amato e che l'ha spaventata allo stesso tempo: Manderley, una casa che l'accolta e la meravigliata con i suoi sfarzi e i suoi incanti.
Una giovane "dama di compagnia" senza famiglia e senza nulla da offrire viene notata da un uomo, Max de Winter, più grande e tra di loro nasce un amore fatto di piccoli momenti e ben presto i due convolano a nozze.
Potrebbe sembrare una fiaba vecchio stampo con un "vissero per sempre felici e contenti", ma così non è. Un fantasma si aggira su questa storia e ne riempie ogni angolo, quello di Rebecca, la prima signora de Winter: modello di perfezione, donna indimenticabile e vera e sola padrona di casa, quello che non riesce ad essere la nostra protagonista che risulta timida, impacciata e tremendamente ingenua (cosa che ripeterà trenta volta circa, ho perso il conto).
Una protagonista che per tutto il libro rimane anonima, non conosceremo mai il suo nome, l'autrice non ce lo rivela come se non fosse essenziale o forse perché vuole focalizzarci sul fatto che lei sia la seconda moglie, la nuova signora de Winter, null'altro.
Vi avviso: è una lagna e corre parecchio con l'immaginazione, spesse volte divaga con farneticazioni in cui sembra sotto allucinogeni. Non è una di quelle protagoniste a cui sia semplice voler bene.
Comunque.
In breve, non riuscivo a smettere.
Andiamo con ordine.
L'inizio, come vi ho detto è parecchio descrittivo, ma ha un non so che di evocativo e anche affascinante. La voce narrante, quella della nostra protagonista, volge gli occhi a un luogo che ha amato e che l'ha spaventata allo stesso tempo: Manderley, una casa che l'accolta e la meravigliata con i suoi sfarzi e i suoi incanti.
Una giovane "dama di compagnia" senza famiglia e senza nulla da offrire viene notata da un uomo, Max de Winter, più grande e tra di loro nasce un amore fatto di piccoli momenti e ben presto i due convolano a nozze.
Potrebbe sembrare una fiaba vecchio stampo con un "vissero per sempre felici e contenti", ma così non è. Un fantasma si aggira su questa storia e ne riempie ogni angolo, quello di Rebecca, la prima signora de Winter: modello di perfezione, donna indimenticabile e vera e sola padrona di casa, quello che non riesce ad essere la nostra protagonista che risulta timida, impacciata e tremendamente ingenua (cosa che ripeterà trenta volta circa, ho perso il conto).
Una protagonista che per tutto il libro rimane anonima, non conosceremo mai il suo nome, l'autrice non ce lo rivela come se non fosse essenziale o forse perché vuole focalizzarci sul fatto che lei sia la seconda moglie, la nuova signora de Winter, null'altro.
Vi avviso: è una lagna e corre parecchio con l'immaginazione, spesse volte divaga con farneticazioni in cui sembra sotto allucinogeni. Non è una di quelle protagoniste a cui sia semplice voler bene.
Comunque.
Capitolo dopo capitolo ci snodiamo nella storia di Manderley, veniamo catapultati nelle sue stanze e tutto porta il nome di Rebecca, ogni cosa.
Capite bene che per la nuova signora de Winter non è per niente facile convivere con questa presenza/assenza che, in fin dei conti, risulta quasi essere la vera protagonista del libro. Si trova catapultata in un mondo non suo, con regole che non conosce ed è completamente spaesata, si ritrova ad avere ben pochi alleati in tutto questo, il marito sembra essere distante e la governante, la signora Danvers, non riesce ad accettarla e nutre nei suoi confronti un odio viscerale.
Rebecca.
Un nome sulle labbra di tutti.
Un ricordo nelle loro menti così forte e presente da celare segreti. La sua è stata una morte tragica, ma che nasconde misteri e parecchie parole non dette.
Cosa davvero si cela dietro alla prima signora de Winter?
Rebecca, la prima moglie è un libro denso e misterioso, dai toni cupi e dalle atmosfere quasi gotiche, vi è una lenta analizzazione dei vari personaggi che non sembrano mai scoprirsi del tutto, almeno non fino alla fine...o quasi.
VOTO FINALE
★★★★ su cinque
Ah, sapete che per l'ambientazione l'autrice sembra essersi ispirata a una sua casa in Cornovaglia? E sembra, dico sembra, che si sia ispirata anche a fatti di vita vera: du Maurier trovò delle lettere compromettenti tra il marito e l'ex fidanzata di cui divenne molto molto gelosa.
Che ne pensate?
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