POPOLO DI LETTORI!
Salve!
Ed eccomi di nuovo qui con la recensione di un libro che probabilmente conosciamo in pochi, questo perchè al momento è praticamente introvabile se non in qualche mercatino di libri usati e allora perchè dovrei parlarvene? Per far sbocciare in voi la curiosità visto che già qualche anno fa vi avevo parlato del primo libro! EH GIÀ! E poi esiste la serie tv uscita verso la fine del 2020, la conoscete?
Editore: Mondadori
Lo dico subito, questo libro non è come il primo e per certi versi sta un gradino più in basso, poco pochissimo più in basso.
Il motivo è semplice: se ne L'alienista avevo tenuto il fiato sospeso, avuto un po' di batticuore e fato ipotesi su ipotesi sul responsabile degli atroci delitti in questo secondo libro non è stato così, anzi vi dirò: il colpevole viene svelato subito, il punto focale è l'indagine, scoprire cosa ha portato il colpevole a fare quel che ha fatto.
Un'indagine che indigna e che fa riflettere: può una donna uccidere bambini come se niente fosse? Può una madre uccidere i propri stessi figli?
È un argomento delicato oggi come negli anni in cui è ambientato il libro, fine dell'Ottocento, in una New York che non vede le donne individui degni di ammirazione, potete immaginare lo sconcerto, l'incredulità che ne scaturisce in alcune parti. Il gesto viene concepito come innaturale, impossibile, estremo, qualcosa che una mente sana non può concepire, è realmente così? La domanda frulla in testa durante tutta la lettura sia in quella del lettore che in quella dei protagonisti.
Tutto ciò che accade e doloroso, forte, lascia il segno.
Inizia tutto con il rapimento di una bambina e sarà Sara Howard a occuparsi di far luce sulla sua sparizione grazie alla sua nuova attività di investigatrice privata, un progetto ambizioso per una giovane donna, ma lei ha le carte in regola, credetemi. Solo che...bè, tutto si rivelerà più complicato del previsto e soprattutto più oscuro e per questo avrà bisogno dell'alienista Laszlo Kreizer e del giornalista John Moore: la squadra creata ne L'alienista è pronta tornare!
Però!
Se nel primo libro la voce narrante è stata quella del povero Moore (che pure in questo libro non ce la fa, poveretto), in questo abbiamo Stevie il giovane pupillo del dottor Kreizer ed ex deliquentello e ciò riesce a dare un taglio diverso alla storia, chi narra è abituato ai lati oscuri della strada, sa cosa significa vivere di stenti e il suo sguardo riesce a cogliere alcuni piccoli dettagli che ad altri non salterebbero all'occhio. Questo non toglie però che uno dei "difetti" che avevo riscontrato nel primo libro non sia presente in questo: la narrazione si perde troppo nella descrizione di vie, strade e luoghi! Troppo. Immagino che Caleb Carr ami tantissimo New York da conoscerne ogni anfratto, ma la descrizione così eccessiva rende meno accattivante il libro. E no, non va bene.
Comunque.
Dicevo: quello che all'inizio si nasconde come un rapimento alla fine si rivela qualcosa di molto più oscuro, la squadra di investigatori si mette sulle tracce di una donna che sembra nascondere dentro sè tutto ciò che è malevolo. Tutto sta nello scovare il suo passato, capire cosa l'ha resa quel che è, mettere fine alla scia di sangue che si lascia dietro e non sarà semplice. Un processo che sembra non avere una via d'uscita, ma che si rivela tortuoso e che metterà a dura prova i nostri protagonisti che cadono in un quasi sconforto, quasi perchè il coraggio e la tenacia di Sara si rivelano un faro di speranza e a dire il vero lei è il personaggio che più spicca: già nel precedente libro si era rivelata in tutta la sua forza, ma qui...OH, SÌ!
Il personaggio di Sara, il suo essere donna si contrappone all'altra figura femminile, quella oscura a cui danno la caccia: da una parte Sara e il suo essere indipendente, che ha avuto dalla sua la fortuna di avere un padre che l'ha lasciata crescere libera di poter sviluppare le proprie qualità, le proprie ambizioni, mentre dall'altra una donna vittima delle aspettative sociali, pressioni continue che l'hanno resa l'essere che è diventato.
Quello che più mi ha colpito è il fatto che Sara non si elevi, non stia continuamente a puntare il dito, ma capisce bene quale siano le difficoltà del suo sesso nell'epoca che vive, ovviamente condanna gli atti brutali, ma comprende e non è scontato.
L'angelo delle tenebre è un libro che fa sorgere molte riflessioni, ma che purtroppo arranca in alcuni punti che cadono troppo nello specifico rallentando la lettura, fortunatamente i personaggi spezzano tutto questo. Avrei voluyo che avesse più parti cariche di adrenalina e con maggiore spazio a quello che è il ruolo di Kreizer.
Sì, ho preferito il primo, ma anche questo non è da buttare, soprattutto per le emozioni che suscita, sicuramente tocca più nel profondo dal punto di vita emotivo.
Spero di avervi incuriosito, anche solo per spingervi a vedere la serie tv o leggere il primo libro!
Fatemi sapere,
Molto interessante :)
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