venerdì 28 giugno 2024

Recensione Saltblood di Francesca De Torres

Quindici uomini sulla cassa del morto,
yo-ho-ho, e una bottiglia di rum per conforto!

Oggi, miei cari lettori, si parla di pirati!
Saltblood è un libro in uscita a settembre per Ne/oN  e grazie a NetGalley ho avuto il piacere di leggere in anteprima!
Curiosi?


Saltblood. Sangue salmastro
di Francesca De Torres

Editore: Ne/oN
Plymouth, 1685. Un bambino di circa un anno, Mark Read, muore proprio mentre sta venendo alla luce la sua sorellastra Mary. Per continuare a percepire un reddito da parte della famiglia del padre del bambino, la madre dei due escogita uno stratagemma: farà passare la neonata Mary per Mark, allevandola come un maschio e facendole prendere il posto del primogenito. Cresciuta all’ombra del fratellastro morto e portandone il nome, Mary impara presto a mantenere il segreto rappresentato dal proprio corpo. Adolescente, viene impiegata a servizio di una donna benestante, ma quando nel 1701 l’Inghilterra entra in guerra contro Francia e Spagna, Mary vede in quel conflitto una via di fuga da una sorte che sente già segnata: si arruola quindi nella Royal Navy, che le permette di conoscere il mondo e di assaporare un briciolo di libertà. Dopo anni trascorsi nella marina e nell’esercito, Mary trova l’amore e decide di rivelare il proprio segreto e congedarsi dalle forze armate. Trasferitasi nelle Fiandre insieme al marito, Mary si accinge a diventare moglie e madre, ma la sua cognizione di sé e della propria vita cozzano contro ciò che la società si aspetta da una donna, e lei si sente soffocare. Sarà l’ineludibile richiamo del mare a sancire il suo destino, e a far sì che – dopo essere stata fanciulla, ragazzo, marinaio, soldato e moglie – Mary diventi chi forse è sempre stata: una pirata, parte della ciurma di Calico Jack Rackham e affiancata dalla temeraria Anne Bonny, di cui è amica e amante. Ispirato alla vera storia di Mary Read e Anne Bonny, Saltblood. Sangue salmastro è insieme una rigorosa ricostruzione storica e un romanzo d’avventura, una storia d’amore e un Bildungsroman che s’interroga sui limiti del corpo, del genere e di quello che siamo e osiamo immaginare di diventare.

Saltblood è un libro che sa di salsedine e avventure. È una storia di pirati e donne, anzi di piratasse! Donne che hanno solcato i mari dando voce alla propria libertà, alla loro voglia di cercare se stesse.
Saltblood è Mary Read che appena nata si è vista spogliata della propria identità per sostituire il fratello morto, non più Mary, ma Mark, in fondo due nomi che messi vicini sembrano così simili, ma che nascondono due parti di una stessa donna.
Immaginate come dev'essersi sentita sempre così confusa su cosa debba essere, cercare di nascondersi per non farsi scoprire dagli altri, tutto per mera sopravvivenza, un inganno in cui Mary ha saputo cogliere gli aspetti positivi.
Oh sì.
Fin da subito la nostra protagonista ha capito che la vita da uomo risulta più semplice: un'istruzione garantita, nessuno sguardo che le corre lascivo lungo il corpo, maggiore considerazione quando parla. Tutto quello che a una donna non sarebbe concesso.
Leggendo le parole di Mary è lampante il suo disagio nel non riuscire a sentirsi nè donna nè uomo, quasi come se fosse un essere ibrido tra entrambi i sessi, alla continua ricerca di qualcosa che la faccia sentire completa e quel qualcosa lo trova nel mare, quando all'età di sedici anni si ritrova a fare da mozzo su una nave e non pensate che per lei sia semplice: deve pur sempre nascondere la sua vera identità e in una nave in cui la privacy è un optional è davvero difficile, ma poi, dopo aver passato  guerre in mare e in terra, aver conosciuto l'amore e una specie di sicurezza, arriva qualcosa di inatteso, un luogo dove può essere semplicemente se stessa: quella che diventerà la Repubblica dei pirati.
Lì farà la conoscenza di uomini che solcano i mari incutendo timore a chiunque li veda, conoscete Barbanera no?
Mary conoscerà la vera se stessa, saprà per certo che il mare è la sua casa, che l'unica cosa che vuole vedere appena apre gli occhi è l'orizzonte che si confonde tra cielo e oceano e  poi ci sarà Anne Bonny, un'altra donna che come lei non vuole sottostare a ciò che la società le impone per essere donna, lei vuole essere libera.
Ma...ma...ma...
Ogni libertà richiede un prezzo ed essere pirati nel 1700 non è facile, tra guerre e l'essere cacciati. Mary Read non avrà mai pace. O forse sì, alla fine l'avrà in un modo che non credeva possibile.

Saltblood è stata una lettura emozionante sotto molto aspetti, ha uno stile quasi poetico, una narrazione a tratti arrabbiata e che ogni tanto si impantana tra i pensieri di Mary e i suoi desideri più reconditi. L'autrice ha deciso di tenere in mano le redini della vita di questa piratessa, ma ha lasciato che inalterati alcuni aspetti della sua esistenza, l'inizio come la fine.
Un libro che mi ha catturata e rapita e anche incuriosita, tanto che sono andata a cercare altre info sul web, ogni tanto (come detto) ho trovato che la storia si arenasse un po' sotto alcuni aspetti soprattutto nella parte del "prima di diventare una piratessa" mi ha dato l'impressione di essere un po' ripetitiva e meno avvincente rispetto la seconda, ma nonostante ciò si è rivelata una lettura che merita di essere letta.

(Ah, avrei trovato utile un glossario per alcuni termini)

VOTO FINALE
⭐⭐⭐⭐su cinque

Cosa ne pensate?

Alla prossima,


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