giovedì 20 ottobre 2022

Recensione Organica di Laura Marinelli

Ogni tanto leggo dei distopici e ogni volta sento dei brividi lungo la schiena perché quei futuro narrati da autori e autrici non sono poi così impossibili. Questa volta siete curiosi di vedere a chi tocca?

Un grazie alla Casa editrice per avermi proposto e inviato il libro!



Organica
di Laura Marinelli

Editore: Moscabianca edizioni
Pagine: 201
Prezzo: 14,90
Ruth è una ragazza madre che vive in una città tenuta sotto scacco da due forze che ne regolano ogni aspetto: una è il Go, l’ente governativo che gestisce la produttività degli abitanti; l’altra, ben più subdola, è la Jester, ovvero la società che si occupa del marketing e della promozione dei prodotti. Se bisogna produrre, bisogna infatti consumare, e chiunque lo fa ormai ciecamente.
Ruth è una lavoratrice speciale, un’addetta alla fornitura di materiale organico. La Nuova Banconota, denaro ma al tempo stesso prodotto, è infatti realizzata a partire da residui umani.
Mentre assistiamo alla lenta discesa di Ruth e al suo annullamento come individuo, Laura Marinelli ci racconta a margine quali altre vite si sono esaurite a causa di burocrazie kafkiane e mercificazione infinita.
La distopia di Marinelli è una distopia biocapitalista: quando non resta altro da sfruttare, si cominciano a corrodere i corpi e le identità stesse.


Cosa si è disposti a fare per essere qualcuno in una società allo sbando? Cosa siamo disposti a offrire per vivere?
In Organica Laura Marinelli apre le porte a un futuro distopico in cui l'essere umano è un semplice individuo volto alla produzione e al lavoro, i sentimenti sono quasi assenti, l'aiuto reciproco è contro la legge e si è completamente succubi del marketing, della pubblicità.
Tutto si riduce a mero capitalismo.
Uno specchio alterato, ingigantito, di quello che viviamo oggi

Un libro che ruota attorno a diversi personaggi, ma che ha un solo perno, Ruth.
Una ragazza che appena compiuti i 16 anni si trova a dover fare i conti con il suo essere adulta, perché è così che va in questa distopica società: si è adulti e produttivi, si viene scelti per un lavoro e si continua così finché si può, produrre, lavorare e soprattutto acquistare, ovvio.
Ruth ha un tassello chiave in tutto questo, si occupa di recupero di materiale organico per la creazione di una nuova moneta, una pratica che definirei poco ortodossa e nel leggerla mi ha parecchio sconvolta e disturbata, ma questo è uno di quei libri che punta proprio a questo, a essere disturbante colpire il lettore e farlo riflettere.
Per me non è stato piacevole, ecco.
Leggere di Ruth è stata la "vera botta", il suo personaggio ha praticamente perso tutto, tranne qualcosa a cui si aggrappa con tutta se stessa ed è per questo qualcosa che va avanti, un bambino nato per sbaglio che diventa tutto il suo mondo e fonte di preoccupazione, ed è in questa piccola scintilla che ho trovato l'unico pizzico di umanità della storia, nel resto è completamente nulla.

Organica è un libro sicuramente originale, crudo, non mi ha pienamente convinta però.
Il messaggio che vuole lanciare l'autrice è forte e chiaro (e anche giusto), ma non mi ha conquistata nella forma: troppo breve per dare un quadro chiaro di come sia strutturata la società, quasi come se mancassero dei dettagli per renderla completa, in più spesse volte ci si perde in digressioni che mi hanno fatta perdere il filo della lettura e poi quel lato disturbante per me è stato troppo eccessivo, ma credo che questo punto sia prettamente soggettivo.


Un libro che mostra come potrebbe essere la nostra società se si perde ciò che siamo, se lasciamo che la nostra umanità si sfaldi.

VOTO FINALE
☆☆☆ su cinque

Che ve ne pare?
Alla prossima,






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