venerdì 4 giugno 2021

Recensione Il serpente dell'Essex di Sarah Perry

Seconda recensione della settimana. WOW.
WOW.
WOW!

Non accadeva da secoli, credo. Forse da ancora più tempo!
Non abituiamoci, durante quest'anno, ma già in quello scorso, i miei ritmi di lettura sono rallentati e non ne faccio un dramma!
Comunque, diamo il via alla recensione!

Il serpente dell'Essex
di Sarah Perry

Editore: Neri Pozza
Pagine: 458
Prezzo: 9,90
Londra, fine Ottocento. Le campane di St-Martin-in-the-Fields suonano a morto per le esequie di Michael Seaborne e i rintocchi si diffondono in tutta Trafalgar Square. Cora Seaborne, la giovane vedova del defunto, invece di mostrarsi contrita tira un sospiro di sollievo: la morte di Michael, un uomo stimato e influente, ma anche freddo e crudele, l'ha resa finalmente libera, sollevandola da un ruolo, quello di moglie, che non ha mai sentito suo. Dopo il funerale, accompagnata dal figlio undicenne Francis, un bambino taciturno e stravagante, e dalla fidata bambinaia Martha, Cora cerca rifugio a Colchester, nell'Essex, dove stanno portando alla luce dei fossili lungo la costa. Da sempre appassionata naturalista, la giovane donna vuole approfittare della ritrovata libertà per dedicarsi a quelli che lei chiama «i suoi studi»: frugare tra le rocce e il fango alla ricerca delle ossa fossilizzate di animali vissuti migliaia di anni fa, sull'esempio della paleontologa Mary Anning. A Colchester Cora si imbatte in alcune bizzarre voci secondo cui un serpente mostruoso, ricoperto di scaglie ruvide e con occhi grandi come una pecora, è emerso dalle paludi salmastre del Blackwater ed è risalito fino ai boschi di betulle e ai parchi dei villaggi. Un grande essere strisciante, dicono, più simile a un drago che a un serpente, che abita la terra tanto quanto l'acqua, e in una bella giornata non disdegna di mettere le ali al sole. Il primo ad averlo avvistato, su a Point Clear, ha perso il senno ed è morto in manicomio lasciandosi dietro una dozzina di disegni realizzati con frammenti di carbone. E poi c'è stato quell'uomo annegato il primo giorno dell'anno, ritrovato nudo e con cinque graffi profondi su una coscia. Cora sospetta di trovarsi davanti a un caso di probabile interesse per il British Museum: l'animale leggendario che terrorizza la gente del posto potrebbe essere una specie nuova non ancora scoperta che va esaminata, catalogata e spiegata. Impaziente di indagare è anche il vicario locale, William Ransome, convinto, al contrario, che non si tratti altro che di un'empia superstizione e che sia suo compito ricondurre il paese alla tranquillità e alla certezza della fede in Dio. Cora e William guardano il mondo da punti di vista diametralmente opposti, scontrandosi su tutto. Ma allora perché, anziché sentirsi irritato, William si scopre preda di un'eccitazione e di un'euforia inspiegabili ogni volta che si imbatte in Cora?




Senza inutili giri di parole: questo libro è iniziato e proseguito bene e finito...mehuccio.
Andiamo con ordine.
È una storia ambientata in un'Inghilterra di fine Ottocento e l'ambientazione non potrebbe essere resa in maniera più perfetta (si può dire??), Sarah Perry ha una penna che sa rendere bene i luoghi che descrive, le atmosfere che vuole dare, è un qualcosa che si percepisce già dalle prime pagine, ma non solo. La sua è una scrittura molto introspettiva, così come lo è l'intero libro.
Nel leggere la trama penserete che l'intera storia si basi su un mistero, su una strana bestia, un serpente infernale, ma in realtà il vero mistero sta nell'animo dei personaggi.

Cora è giovane vedova vittima di un matrimonio che l'ha resa schiava, tarpandole le ali della libertà, precludendole tutto ciò in cui credeva. Il giorno della morte di suo marito rinasce, risplende, decide di prendere in mano la sua vita di nuovo e ritorna a fare quello che amava da ragazza: esplorare, stare in mezzo alla natura e alla terra, dimenticare per po' tutte le convenzioni sociali che la rendono donna.
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Vuole semplicemente essere libera.
Per far fronte a questa nuova vita il destino la porta in un villaggio nell'Essex, un luogo dove l'oscurità non sembra andar via all'alba e il terrore non abbandona gli occhi dei suoi abitanti. Uno strano animale, un serpente mostruoso vive i loro incubi e sembra strisciare nel fiume vicino, capace di uccidere uomini, rapire bambini e chissà cos'altro.
È una leggenda? Superstizione? 
Di questo ne è molto convinto William, il vicario, la sua fede non gli permette di credere a tutto questo, la sua vocazione non ha spazio per animali tornati dal passato, ma dovrà fare i conti con Cora.
La selvaggia Cora, una donna così travolgente, passionale che non ha mai incontrato perchè abituato alla sua dolce e bellissima Stella.
Tra i due sarà una lotta tra fedi, da una parte quella per Dio, dall'altra quella per la scienza e questa avrà un ruolo importante, molto.
Le loro sono due menti che non danno tregua, soprattutto quella della donna non si lascia calpestare, ma che sa portare avanti le proprie idee, le proprie convinzioni, per troppo tempo quella di Cora è stata segregata e ora non vuole più tacere.
Mentre William...be', non mi ha fatto nè caldo nè freddo, anzi mi ha annoiato. Come tutti i personaggi ha una buona introspezione, ma niente, non mi ha dato nulla, il suo ruolo è fine al suo credo e al rapporto che si viene a creare con Cora, ma il resto....niente!

E il mistero riguardo il serpente?
Quello è più interessante, non tanto la bestia in quanto mostro ma in ciò che suscita all'interno del villaggio. Le paure vengono a galla, così come le superstizioni, le credenze e non solo. La colpa striscia tra le strade e le case, soprattutto quella del vicario che si trova tra due fuochi: quello impetuoso di Cora, mentre l'altro che ha il sapore di focolare domestico della moglie Stella.
Due donne così diverse, così opposte, ma che attirano il nostro William in egual modo. Lui dovrebbe guidare un gregge di fedeli, ma si sente così perso da non sapere bene cosa fare.
Ed è così che il lettore si insinua tra le vite di questi personaggi, in modo silenzioso, ma sempre più in fondo grazie alla narrazione di Sarah Perry che sa tenere viva l'attenzione e creare la giusta atmosfera, ma...ma...ma...il finale!
Mi sono sentita come se non fosse abbastanza. Ho sentito dei vuoti, della fretta, una conclusione che non mi ha soddisfatta, forse troppo semplice, forse troppo veloce.

Ciò non toglie che sia stata una lettura interessante, soprattutto grazie agli intrecci e alle personalità dei personaggi, soprattutto quelli femminili che spiccano per caratteristiche forti e varie, ma anche quelli maschili che sono carichi di particolarità; come ho detto prima c'è un'ottima introspezione.
Peccato quel finale che mi ha un po' lasciato con l'amaro in bocca.

VOTO FINALE
★★★★ su cinque

Lo sapete che presto o almeno in un futuro abbastanza remoto arriverà una serie tv con Tom Hiddleston?
Li ho incuriosito, eh?

Per acquistare il libro: 


A presto,


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