venerdì 12 febbraio 2016

La spacciatrice segnala...#3 La moglie di Van Eyck di Giacinta Caruso

Buon pomeriggio miei cari lettori.
Finalemente siamo arrivati al week-end!


Ma adesso parliamo di cose serie, il libro che vi segnalo oggi è un giallo sospeso tra passato e presente parlo di...


La moglie di Van Eyck


Autore: Giacinta Caruso
Editore: Panesi edizioni


Pagine: 150
Prezzo: €0,99 fino al 14/02 poi € 2,99

Il professore inglese George Conway, scomparso a Bruges durante una campagna di scavo, viene ritrovato due anni dopo, con il cranio sfondato, a pochi passi dal sito archeologico di cui era responsabile. Il caso è affidato all’ispettrice belga Ingrid Blondeel e al collega Damian Travis di Scotland Yards, che si erano già occupati della sparizione dell’archeologo. Ma i due investigatori hanno idee contrapposte e le indagini si ingarbugliano. Ingrid è convinta che nel delitto sia coinvolta Blanche Solly, la professoressa che ha preso il posto di Conway alla direzione dello scavo. Trevis invece ritiene che l’omicidio sia legato all’ossessione di Conway di ritrovare lo sportello del polittico di Jan van Eyck, rubato dalla cattedrale di Gand nel 1934. E proprio le vicende del maestro fiammingo si intrecciano con l’inchiesta.
Fra false piste e indizi inquietanti, il mistero s’infittisce, ma qualcosa di terribile deve ancora accadere, rimettendo tutto in discussione.

BREVE ESTRATTO
«L'hanno trovato.»
«Chi?», chiese guardingo. Ormai in più di vent'anni di carriera aveva sviluppato un sesto senso per i guai. E in quel momento sentiva che ne era in arrivo uno gigantesco.
«Il tuo professore», annunciò compiaciuto il comandante.
Damian ammutolì dalla sorpresa.
«Non dici nulla? Non pensavo che avresti fatto i salti gioia. Ma un minimo di entusiasmo, che diamine, quello sì che me l'aspettavo. Non sei contento che quel dannato professore sia finalmente saltato fuori?»
Trevis continuò a restare in silenzio. Nella sua mente si materializzò l'immagine di un uomo dal viso massiccio, incorniciato da stopposi capelli biondi, che due anni prima era stata per settimane sui giornali di mezz'Europa. Lo avevano cercato dappertutto, senza risultato.
«Mi aspetto che tu dia il meglio, Trevis. Vai a fare la valigia. Partirai per Bruges nel pomeriggio, ma prima di andare all'aeroporto passa in ufficio da me». Fece una pausa. «Comunque», aggiunse poi in tono tagliente prima di chiudere la telefonata, «è un cadavere quello che dovrai identificare.»



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