Questa recensione sarebbe dovuta uscire la scorsa settimana, ma sono una blogger molto poco seria e anche pigra ultimamente quindi eccovela ora!
Vi ricordate di Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno?
Abbiamo un sequel!
Tutti su questo treno sono sospetti
Serie: Ernest Cunningham #2
Editore: Feltrinelli
Pagine: 320
Prezzo: 19,00
Iniziamo con il punto forte del libro: riesce a intrattenere parecchio e fin da subito fa venire una certa voglia di scoprire l'assassino attivando il cervello in modalità Sherlock Holmes o Hercule Poirot o ancora il tenente Colombo...insomma qualsiasi investigatore vi venga in mente!
A un certo punto mi è venuta voglia di prendere anche appunti (cosa successa anche per il primo libro Tutti in questa famiglia hanno ucciso qualcuno) e in fin dei conti per pura esclusione sono arrivata a capire chi fosse il colpevole, ma...
...dolenti note!
La seconda metà del libro è...assurda? Posso dirlo? Lo dico.
Una serie di inseguimenti, roba campata in aria e un arrivo alla fine troppo rapido tanto da non capire cosa sia successo. Irreale.
Insomma mi è sembrato che l'autore abbia voluto strafare proprio in quegli ultimi capitoli. Un peccato.
Pero, immagino che vogliate vi parli della trama, vero?
Prendete diversi autori di gialli (e vari suoi generi), alcuni dei quali nutrono diverse antipatie l'un l'atro e metteteli su un treno. Andrà tutto storto.
AH, IL BELLISSIMO MONDO DELL'EDITORIA.
Con "andrà tutto storto" voglio dire che ci saranno dei delitti, più di uno, e a cercare di sbrogliare la matassa avremo il nostro Ernest Cunningham! Detective amatoriale, scrittore di disgra...no. Scrittore che non riesce a scrivere se non gli capita qualcosa da raccontare e per qualcosa intendo omicidi. Avete presente La signora in giallo? Ecco, lui è peggio. Dove arriva Ernest ci scappa il morto, anzi i morti.
Una mina vagante.
E in questo caso l'ho trovato un po'...antipatico, sì.
Soprattutto in quella famosissima ultima parte che forse sarebbe stato meglio non fosse mai esistita a questo punto.
Comunque.
Degli autori che sguazzano tra i delitti e i misteri rendendoli il loro pane quotidiano specializzati in diversi rami di questo genere tutti riuniti alla ricerca di un assassino, non vi nascondo che è stato interessante seguire le diverse tracce, storie e come queste portassero su piste sbagliate. Ernest analizza le loro vicissitudini e rende il lettore protagonista, rendendolo partecipe di ogni indizio, un po' come aveva fatto nel precedente libro.
Tra vecchi rancori, terribili atti, figure che agiscono nell'ombra la matassa si districherà, ma!
MA!
Ernest ne viene a capo di botto, un collegamento campato quasi per aria da una coincidenza che mai mi sarei aspettata e se poi vogliamo parlare del movente. AH.
Non ve lo posso dire, ma avrei voluto dire al colpevole MA DAVVERO FAI??
Insomma, questa volta Stevenson nonostante abbia uno stile che mi piaccia, mi invogli alla lettura e mi faccia uscire pazza (in senso buono) questa volta ha strafatto nella creazione di alcuni collegamenti e ha esagerato alcune situazioni rendendole al limite del normale.
Peccato.
AH, LA COPERTINA MENTE.
Non credo faccia per me, ma sembra carino :))
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