BUON GIUGNO, LETTORI!
Fa caldo. Ormai mi ripeto e la sottoscritta con l'età diventa sempre meno insofferente nei confronti di questa stagione, okay?
Vabbè. Parliamo dell'ultimo libro di maggio e mi è piaciuto, vi avviso.
di Valérie Perrin
Editore: Edizioni e/o
Pagine: 482
Quella di Violette è una storia delicata e triste allo stesso tempo, entrare in queste pagine è come fare capolino nella vita di una donna che appena nata ha dovuto fare i conti con il lato brutto dell'esistenza.
Prima una bambina non voluta, poi una ragazza non amata e infine una donna abbandonata.
La vita di Violette non è stata semplice, lo si può capire già dalle prime pagine, il suo racconto e le sue parole sono di una donna che non si aspetta più nulla e non perchè niente le sia stato dato, ma perchè il suo tutto le è stato tolto, riesce solo a trovare soddisfazione nelle piante che cura e dei cuori che consola quasi senza accorgersene: lei più che essere una guardiana di un cimitero è la confidente di chi resta in vita
C’è qualcosa di più forte della morte, ed è la presenza degli assenti nella memoria dei vivi.
Credetemi non è solo questo a rendere il libro triste, oh no, ha diversi strati di tristezza e alla fine arriva lo strato peggiore e anche più infimo che è un vero colpo al cuore, nonostante in un certo senso sembra quasi predestinato.
E OVVIAMENTE NON VE LO DIRÒ.
Ho continuato a piangere come se la diga avesse ceduto, ma le lacrime che ho versato mi hanno fatto bene, mi hanno tirato fuori le cose brutte, il sudore acido, le tossine avvelenate.
Cambiare l'acqua ai fiori ha una prosa che definirei tipicamente francese, sa essere delicato solo come i francesi riescono a farlo, ma colpisce anche il cuore e non perché sia ambientato in un cimitero, per assurdo quel luogo che ispira tristezza tra queste pagine è l'unica fonte di serenità che si riesce a trovare, soprattutto l'unico posto che per Violette rappresenta la casa che non ha mai veramente avuto e tra quei viali troverà qualcuno che le infonderà nuova speranza.
E poi non sarà solo la sua storia a venire narrata. No no. La nostra protagonista verrà a conoscenza di altre vite che il destino ha voluto rendere difficili e di un amore non proprio semplice e a me...ecco, come posso dirlo?
Facciamo in modo diretto?
Perfetto.
Ecco.
A me non è interessata, per niente, anzi l'ho trovata noiosa. In più ne esce fuori una narrazione che mi ha stufata, ossia quella di una donna che non sa cosa vuole dalla vita, che non sa scegliere neanche davanti a quello che crede essere il suo grande amore e si ritrova in un frustrante tira e molla.
Non salto le pagine dei libri, ma in questo caso avrei voluto farlo. OH SÌ.
Per fortuna la storia di Violette è riuscita a catturarmi e anche farmi affezionare a questo personaggio che dalla vita non si aspetta granché e che riesce a leggere nei cuori di chi ha di fronte.
Valérie Perrin ha una penna certamente delicata (l'ho già detto, vero?), capace di scavare nei sentimenti dei suoi personaggi, ma anche di chi legge (con me ha saputo farlo!), solo che a volte si lascia prendere un po' troppo la mano.
Se cercate una storia intensa, che vi spinga a cogliere l'attimo e a capire che non tutto è perduto finchè non arriva la fine Cambiare l'acqua ai fiori potrebbe fare proprio per voi.
Un ricordo non muore mai, si addormenta.
Spero di avervi incuriosito!
A presto,
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