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lunedì 10 dicembre 2018

Non è stagione di Antonio Manzini |Recensione|

Sto finalmente pubblicando questa recensione, non ci credo!
Forse sto ancora dormendo?
*si da un pizzicotto*
NAH, SONO SVEGLISSIMA!


Beh sì, quasi sveglissima!
Ma comunque...
ECCO LA RECENSIONE!

Purtroppo i problemi tecnologici non mancano e così ho dovuto rimandare la sua pubblicazione e quella delle altre, questa settimana sarà abbastanza piena!
NON PERDIAMO TEMPO!

CHE MAGARI IL PC SI SPEGNE E IO UCCIDO TUTTI.




Non è stagione
di Antonio Manzini
Serie: Rocco Schiavone #3
Editore: Sellerio
Pagine: 317
Prezzo: 14,00
Link d'acquisto: Amazon
C'è un'azione parallela, in questa inchiesta del vicequestore Rocco Schiavone, che affianca la storia principale. È perché il passato dell'ispido poliziotto è segnato da una zona oscura e si ripresenta a ogni richiamo. Come un debito non riscattato. Come una ferita condannata a riaprirsi. E anche quando un'indagine che lo accora gli fa sentire il palpito di una vita salvata, da quel fondo mai scandagliato c'è uno spettro che spunta a ricordargli che a Rocco Schiavone la vita non può sorridere. I Berguet, ricca famiglia di industriali valdostani, hanno un segreto, Rocco Schiavone lo intuisce per caso. Gli sembra di avvertire nei precordi un grido disperato. È scomparsa Chiara Berguet, figlia di famiglia, studentessa molto popolare tra i coetanei. Inizia così per il vicequestore una partita giocata su più tavoli: scoprire cosa si cela dietro la facciata irreprensibile di un ambiente privilegiato, sfidare il tempo in una corsa per la vita, illuminare l'area grigia dove il racket e gli affari si incontrano. Intanto cade la neve ad Aosta, ed è maggio: un fuori stagione che nutre il malumore di Rocco. E come venuta da quell'umor nero, un'ombra lo insegue per colpirlo dove è più doloroso.
E' maggio e ad Aosta nevica, già questo basterebbe a Rocco Schiavone per fargli perdere la pazienza (per usare un eufenismo, se lo conoscete bene sapete che le sue parole sarebbero state altre), ma come se non bastasse in mezzo ci si mette un incidente sospetto e una sparizione ancora più sospetta. Una rottura di scatole (emh, emh) di decimo livello.
Purtroppo per lui, ma meglio per noi, il nostro Schiavone non può esimersi dal suo lavoro ed è così che ancora una volta ci tiene compagnia con le sue indagini.
Indagini che molto spesso non seguono i comuni canoni, ma delle regole imposte dallo stesso vicequestore, metodi forse un po' troppo ortodossi ma, in fondo, Rocco Schiavone ci piace proprio perchè è così
Così stronzo. 
Così tagliente.
Così cinico.
Così.

Ma...ma...ma...ha anche quel lato nascosto sotto strati e strati di tutto questo, un lato che ad ogni libro esce un po' più fuori e che ce lo fa voler bene un po' di più.
Piccoli stralci di fragilità, scintille di umanità che durano un attimo.
Perchè nonostante tutto Rocco è umano anche se non lo vuole dare a vedere, le sue indagini lo stremano, soprattutto questa volta che in mezzo c'è una ragazza rapita che non si sa dove sia finita e perchè sia stata portata via dalla sua famiglia.
Sono tante le domande che si pone Rocco e sono tante quelle che si pone chi legge.
Un senso di angoscia e di rabbia avvolge l'intero libro e soprattutto quelle parti che vedono protagonisti gli attimi vissuti di quella povera ragazza: paura, dolore e anche speranza. Tutte emozioni che l'autore dipana sotto gli occhi di chi legge legandolo indissolubilmente alla storia e alle sorti della giovane vittima. Uno stile, quello di Manzini, che cattura, coinvolge e scava dentro.

Più leggo questa serie e più mi rendo conto che l'autore ha dato vita ad un personaggio che non rispecchia per niente i canoni di eroe, anzi a molti potrebbe proprio non piacere (sento le urla di 'qualcuno' da qui al solo pensiero!). Come vi ho già tante volte detto Rocco Schiavone è uno stronzo, uno di quelli con la S maiuscola, ma il suo senso di giustizia non conosce eguali e avere a che fare giorno dopo giorno con brutti lati del suo mestiere, lati dove la giustizia e la morale non sembrano esister lo soffoca; lo priva della poca vita che gli è rimasta, il resto gli è stata spazzata via e porta il nome di un fantasma.

"Che abbiamo vinto? Ma non lo vedi? Ogni volta che hai a che fare con questa gene, con questa merda, diventi merda anche tu. Sappilo. A poco a poco, sempre di più, e arriverà il giorno in cui ti guarderai allo specchio e dirai: ma chi è quest'uomo che ho davanti? E non c'entra la vecchiaia, Italo, io sto parlando di una cosa qui dentro. Muore ogni giorno con questo schifo. Con questo fango."

Ma Rocco resiste, traballa, si perde nei ricordi e i ricordi si perdono in lui, ma resiste. Pure quanto pensa di non farcela.
E credo che nel prossimo libro dovrà fare i conti con le sue fragilità e i mille pezzi che lo compongo. Dovrà fare i conti con il suo passato e non è mai una cosa semplice.
E io non vedo l'ora di sapere cosa accadrà perchè un po' a quel burbero di Rocco mi ci sono affezionata, ma non diteglielo...come minimo scappa via!

VOTO FINALE
☆☆☆☆ e mezzo su cinque

Schiavone vi aspetta...ok, forse non vi aspetta a braccia aperte e sicuramente vi manderà a quel paese, ma potete, dovete, farci un pensierino!


2 commenti:

  1. Ciao Grazia! A me questa serie piace tanto tanto, ne ho già parlato più volte… contenta di vedere che qualcun altro la apprezza!

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