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lunedì 7 agosto 2017

La regola del quadro di Jung-myung Lee |Recensione|

Finalmente ecco la recensione di questo libro che mi son portata un po' ovunque e che ho tenuto in mano per parecchio tempo, questo perchè il caldo mi ha completamente fatto passare la voglia di fare qualsiasi cosa, ma adesso eccoci qui! 

La regola del quadro 
di Jung-myung Lee 
Editore: Frassinelli
Pagine: 451
Prezzo: 19,50 euro
SINOSSI
Prima di incamminarsi lungo un sentiero di montagna, alle prime luci dell'alba, Kim Hongdo fissa i fogli bianchi che la vecchiaia non gli permette più di dipingere. E su ogni foglio sembra impresso un volto, l'unico che non abbia mai potuto né voluto cancellare, quello che tanti anni prima gli era comparso davanti alla Reale Accademia di Pittura. 
A quel tempo, Kim era considerato un maestro insuperabile, vezzeggiato dall'ambiente di corte e circondato da uno stuolo di studenti. Nessuno dei quali pareva all'altezza del suo straordinario talento. Finché una mattina non comparve il viso dolce e innocente dell'adolescente Sin Yunbok, che non solo aveva doti artistiche eccezionali, ma anche il coraggio di rompere i tabù imposti dalla legge, dipingendo il corpo femminile, e andando incontro a una condanna pesantissima. 
Ma perché Kim assunse le sue difese rischiando la sua stessa vita? Che cosa legava i due pittori oltre la loro arte? Quale mistero aleggiava intorno alla figura di Sin, fin dalla sua nascita, che solo Kim poteva dissipare?
Ispirato alle vite di due famosi pittori realmente esistiti nella Corea del Settecento, La regola del quadro è al contempo un potente affresco storico, il delicato racconto del legame profondo tra due artisti dal destino tanto diverso, e la soluzione, una delle tante possibili, della oscura scomparsa di uno dei due.

Una tela bianca.
Un pennello.
Dei colori.
Basta questo per dar vita a un'opera d'arte.

Un foglio.
Una penna.
Un libro può nascere da questo.

In entrambi i casi dietro vi è la mente di un'artista.

In questo libro Jung-myung Lee (che per comodità chiameremo 'il Coreano') ha saputo unire la pittura con la scrittura. Questo è un libro che viene svelato poco a poco, come quando si vede un pittore alle prese con un quadro e non si sa, fino alla fine che cosa ne verrà fuori. È un'insieme di pennellate, alcune date con più decisione, altre più delicate che rendono questo libro un profondo viaggio nella pittura coreana del diciottesimo secolo, durante questo viaggio saremo accompagnati da Kim Hongdo e Sin Yunbok, due grandi pittori che hanno segnato la loro epoca. Purtroppo Sin è stato dimenticato e della sua storia sappiamo poco o niente e per questo l'autore ha dato una sua versione prendendosi qualche libertà, che io non vi dirò perchè potrei rovinarvi la storia o almeno quella che il Coreano ha voluto raccontarci.
Tutto nasce da un racconto, Kim Hongdo ci racconta di come ha conosciuto il suo allievo Sin Yunbok e di come questo attraverso i suoi quadri è diventato uno dei più grandi pittori coreani, ma prima di questo ha studiato la sua arte ed è andato oltre le rigide regole della Reale Accademia di Pittura, regole molto rigide che non consentivano l'uso del colore e dava anche precise regole su cosa e come doveva essere raffigurato un dipinto, Sin rompe queste regole e da spazio alla propria arte, a quello che vede e sente e lo trasporta sulla carta, senza filtri.

"Non voglio dipingere forme ma anime, non l'esterno bensì l'interno, non l'apparenza bensì l'essenza." 

I quadri di Sin sono uno specchio della società coreana, mostrano il vero e per la prima volta mette delle donne come protagoniste, lascia che siano loro a parlare e lo fa con una maestria tale da superare il suo maestro e di far crescere l'invidia di tutti i pittori di corte.
Con questo libro entriamo dentro l'Accademia, impariamo i suoi dettami, le sue imposizioni  e tutti i segreti che essa nasconde, perchè questo non è un libro che parla solo di quadri, ma ci troveremo davanti anche un duplice omicidio, insieme a Kim dovremo investigare per scoprirne di più e per far questo si dovrà capire a fondo il significato dei quadri e dei simboli che essi celano.

Un libro che ci da un profondo squarcio dell'epoca coreana, non ci mostra solo quadri ma anche diverse usanze e regole di un luogo dalle tradizioni molto radicate, infrangere anche una sola di queste significava essere screditati e essere messi al bando, proprio quello che è successo a Yunbok ma attraverso i suoi quadri ha saputo rendere la sua arte qualcosa di tangibile, ha saputo dar voce alle proprie emozioni, non restando incatenato inutili regole, ed è questo quello che un vero artista dovrebbe fare: lasciare vivere le proprie emozioni e far sì che queste parlino, urlino, in completa libertà.

Come ben sapete (e se non lo sapete male!) il Coreano con il suo libro La guardia, il poeta e l'investigatore è stato uno dei sei finalisti del Premio Bancarella, purtroppo io non ho ancora letto questo libro, ma conto di farlo presto perchè l'autore ha una narrazione davvero poetica, molto dettagliata, ma non per questo noiosa. Di sicuro non è un libro leggero e all'inizio ho avuto qualche difficoltà con i nomi, ma racconta una storia davvero interessante che ha saputo conquistarmi.

VOTO FINALE
☆☆☆☆ e mezzo su cinque

Spero di avervi incuriosito con questa recensione!
Alla prossima,

6 commenti:

  1. questo autore è un poeta. Ora sono curiosa anche di questo titolo

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  2. Molto curiosa anch'io! Lo leggerò prossimamente.
    Ciao da Lea

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    1. Lea sei stata proprio tu a farmi venire voglia di conoscere quest'autore ^^

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  3. Ciao Grazia!
    La casa editrice mi ha inviato questo libro a sorpresa, all'inizio Della collaborazione ma non mi ha mai ispirato. Aspettavo di leggere una recensione che mi spingesse a prenderlo in mano e credo che tu ci sia riuscita! :)

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