giovedì 5 maggio 2022

Recensione Il filo avvelenato di Laura Purcell

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L'ultimo libro letto ad aprile si è rivelato parecchio poco primaverile!
Curiosi?



Il filo avvelenato
di Laura Purcell

Editore: Mondadori
Pagine: 420
Prezzo: 20,00
Gran Bretagna, prima metà dell'Ottocento. Dorothea Truelove è giovane, bella e ricca. Ruth Butterham è giovane, ma povera e consumata da un segreto oscuro e terribile. Un segreto che rischia di condurla alla forca. I loro destini si incrociano alla Oakgate Prison, dove Ruth è rinchiusa in attesa di processo per omicidio e dove Dorothea si dedica ad attività caritatevoli; soprattutto, qui la ragazza trova il luogo ideale per mettere alla prova le neonate teorie della frenologia – secondo cui la forma del cranio di una persona spiega i suoi peggiori crimini – che tanto la appassionano. L'incontro con Ruth fa però sorgere in lei nuovi dubbi, che nessuna scienza è in grado di risolvere: è davvero possibile uccidere una persona usando solo ago e filo? La storia che la prigioniera ha da raccontare – una storia di amarezze e tradimenti, di abiti belli da morire – scuoterà la fede di Dorothea nella razionalità e nel potere della redenzione. Per tutti gli amanti della letteratura gotica, un racconto da brivido dedicato al male celato dietro il volto dell'innocenza.

I romanzi gotici suscitano in me sempre tanto fascino e questo ne ha parecchio, ma c'è da dire che anche l'autrice ha un certo talento per scrivere storie del genere, l'avevo già intravisto in Gli amici silenziosi.
Se nel precedente libro vi era un sottile e incessante sibilo di terrore, qui a far da padrone è quella che definirei una serie tragica di eventi legati da un filo rosso come il sangue che li lega. O forse dovrei dire una persona?
Oh, sì. Ruth. Una ragazzina che ha vissuto dei drammi che pesano sulle spalle come un macigno e ancor di più perchè si crede responsabile di tutti gli orrori. Lei è bravissima con ago e filo, quando cuce riesce a creare vere e proprie opere d'arte, ma il suo dono sembra anche essere una condanna: ogni volta che cuce e porta con sè dei cattivi pensieri o presagi questi vengono assorbiti dalla stoffa e dal filo con la conseguenza che questi accadano alla persona che ne entri a contatto.

L'oscurità intesse questa storia, così come intesse la mente di Ruth.

Però, avremo anche Dorothea, una fanciulla di buona famiglia che vuole più libertà nella propria vita. La sua mente è in continuo movimento e ha una strana passione per la frenologia.

"frenologia
[fre·no·lo·gì·a]

La teoria scientifica, affermatasi nel sec. XIX e oggi abbandonata, secondo cui dalla conformazione del cranio è possibile risalire allo sviluppo di certe zone del cervello, sedi di particolari funzioni psichiche."

Slaves of the Needle, 1840
Ecco, credevo che questa giovane donna con dei così forti ideali di indipendenza mi avrebbe offerto un gran bel personaggio...
SONO UNA POVERA INGENUA!
I suoi capitoli via via che la storia avanzava erano diventati di una noia e pesantezza estrema, l'ho trovata anche insopportabile e un po' una lagna.
ODDIO, mi ha ricordato un tantino Audrey Rose de Sulle tracce di Jack lo squartatore. L'ho detto.
Fortunatamente vi è il punto di vista di Ruth che per quanto sia doloroso e cupo risulta essere molto più interessante, inoltre il suo personaggio è più complesso e in fin dei conti è lei a essere la vera protagonista, è la sua mente a venire sondata all'occhio del lettore e i suoi sentimenti che lo turbano.
Ruth ha vissuto una vita dura e questa si ripercuote sui suoi lavori di cucito, la vendetta le rode il cuore e infiamma la mente e il suo racconto a tratti sembra quello di una folle, ma è veramente così?
Il filo avvelenato è uno di quei libri che ammalia e affascina, ma trae anche in inganno.

UN GRAN INGANNO, SIGNORA PURCELL!
Perché quel finale è illegale in buona parte del mondo, che io sappia.
Mi ha lasciata perplessa e sgomenta e per quanto abbia una sua logica credo che sia...avventato. Tutto si riduce in poche righe e non permette a chi legge di metabolizzarlo. Non posso spiegarvi per bene perché sarebbe come rovinarvi praticamente tutto, ma CHE RABBIA.

Però, che vogliamo dire all'autrice? Mi piace il suo stile di scrittura e il modo in cui narra porta davvero il lettore nel mondo che crea, sa creare la giusta atmosfera e soprattutto la giusta suspense e questa storia mi ha davvero ammaliata con i suoi personaggi mai perfettamente in luce e i suoi oscuri misteri.

Non è una brutta lettura, no lo è affatto, ma...ODINO, NON MI MERITAVO QUEL FINALE BUTTATO COSÌ A CASO. NO.

Non urlo più, promesso.

VOTO FINALE
★★★★ su cinque

Spero di avervi incuriosito!
Alla prossima,







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1 commento:

  1. "Il finale è illegale in buona parte del mondo" ahahaha e se non lo è, dovrebbe esserlo!!! Bella recensione, secondo me hai colto in pieno l'essenza di questo romanzo.

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